Intervista


L’abbiamo incontrato in occasione della mostra collettiva “Colori in concerto: un inno al colore”, che è stata inaugurata presso la Galleria Stomeo di Martano, il 26 marzo e che sarà aperta al pubblico fino al 10 aprile 2011, e non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di fare quattro chiacchiere con lui.

Da quanto tempo ti dedichi all’arte?
La prima volta che mi sono dato all’ebbrezza dei colori è stato a 12 anni, non avevo davanti a me una tela, bensì la mia bici.
È stato amore a prima vista, da quel momento ho iniziato a divertirmi, il mio luogo prediletto era il garage: disegnavo sul muro, poi lo ridipingevo di bianco, e ricominciavo a disegnare. 
I miei studi, però, non sono artistici: mi sono dedicato autonomamente allo studio dei materiali ed alle creazioni di tele in questi ultimi anni, autodidatta da sempre, alla ricerca di nuovi orizzonti, sperimentando per passione.

Come mai ti definisci un’artista per caso?
Tutto effettivamente è nato per caso. Avevo pubblicato una foto dei miei primi quadri sul mio profilo Facebook un paio d’anni fa, ed una persona vedendolo mi contattò chiedendomi informazioni in merito. Non ci credevo, avevo messo quella foto solo per mostrare ai miei amici quello che avevo combinato, pian piano ho iniziato a crederci e così nel tempo mi sono ritrovato “Marcello Quarta artista per caso”.

Cos’è per te l’arte?
È prima di tutto libertà, perché attraverso l’arte ognuno di noi riesce ad esprimersi, e ogni persona lo fa ovviamente in modo diverso, sprigionando la propria interiorità, la propria fantasia. 
La stessa cosa accade quando si guarda un’opera, non superficialmente, ma immergendosi nel turbinio di aspetti che essa rappresenta; anche guardando un mio dipinto, infatti, ogni persona può vedere qualcosa di diverso, qualcosa di proprio, che la porta poi a darne un’interpretazione personale.

Che ruolo pensi possa avere nella società attuale?
In questo periodo storico l’arte in generale non vive il suo momento migliore. È come emarginata, ghettizzata. È vista come un interesse di nicchia, superficiale e quasi inutile. Ma non è così, non dovrebbe essere così! L’arte serve alla società per poter evadere dai problemi di ogni giorno. L’artista nel creare viaggia con la fantasia; l’interlocutore nell’osservare l’opera sogna un mondo diverso e, anche se solo per alcuni istanti libera la mente dalle costrizioni della società moderna.

Quali sono i tuoi punti di riferimenti artistici?
Il mio punto di riferimento artistico è sicuramente Arman, fantastico artista dell’ultimo centenario. Capace di assemblare qualsiasi oggetto. Dal tubetto dei colori agli occhiali, ai bulloni e tanto altro ancora.

Come nascono le tue opere? Ti lasci prendere dal pennello e dalla fantasia per riempire una tela bianca o preferisci studiare prima un progetto grafico?
Parto con un’idea ben chiara, nella mia mente ho una visione quasi completa del dipinto, quando, però, mi trovo davanti ad una tela da riempire con un pennello in mano, la fantasia prende il sopravvento e subissa quasi totalmente la mia idea iniziale, prendendo altre strade.

C’è un tuo quadro al quale sei più legato?
Sì, il dipinto al quale tengo di più è custodito a casa mia. È il primo sul quale mi sono sbizzarrito con applicazioni ed esperimenti. Per me è uno dei più belli, anche perché rappresenta Marcello Quarta in tutto e per tutto.

La prima vetrina che hai scelto per le tue opere, come testimonia il tuo profilo Facebook, il gruppo e la pagina fan (Marcello Quarta Artista per caso) è proprio Facebook, e i social network in generale. Quali vantaggi possono portare tali strumenti ad un giovane artista emergente? E eventualmente quali svantaggi?
Al momento Facebook è una delle migliori vetrine per un artista; ho ricevuto dei contatti da tutta Italia e anche dal mondo, è un modo per esporre e fare pubblicità senza alcun costo. Tanti altri artisti, miei “colleghi”, espongono su Facebook. È una vera e propria galleria: zero spese e tante soddisfazioni.
L’unico svantaggio è quello di non avere il contatto fisico.Completamente virtuale, anche i materiali usati sembrano smaterializzarsi nella rete.
Se non usata con moderazione, la tecnologia potrebbe annullare la vita sociale di una persona, ma questo sarebbe un discorso molto articolato e complesso.http://www.corrieresalentino.it/interviste/30740-chiacchierando-con-marcello-quarta-unartista-che-per-caso-ha-tanto-da-dirci-con-le-sue-tele

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